Il coordinamento PD di Valle Ufita sta facendo circolare un manifesto-appello, intitolato
“PER RESTARE NEL PD”, in preparazione di una grande assemblea dei militanti, per gli inizi di gennaio.
Nel documento si colgono disagio e amarezza: stati d’animo molto diffusi nell’elettorato del PD e di larga parte della Sinistra.
Da esperto di una situazione psicologica di questo tipo, sento di augurare ai compagni ed amici, protagonisti di questa iniziativa, di non lasciarsi travolgere dalla sfiducia e di non cadere, di conseguenza, nel disimpegno o, peggio ancora, nell’indifferenza.
I motivi del disagio sono certamente fondati, ma bisogna reagire con razionalità e voglia di superarlo.
Lo so, cari compagni ed amici, che molti di voi, rispetto a questa mia sollecitazione, saranno portati a dire: “Guarda chi parla! Ci viene a fare le prediche proprio chi può esser citato come prototipo del nostro stato d’animo!
Reagite pure come vi pare: è un vostro pieno diritto, perche ne avete tutte le ragioni.
Ciò che voglio sottolineare è l’assoluta necessità di dare concretezza ai sentimenti e ai principi che sono contenuti nel vostro appello, in direzione di un “percorso politico, culturale, sociale ed economico chiaramente alternativo a quello perseguito negli ultimi anni, nel nostro Paese”.
Bisogna bloccare il processo involutivo in corso e, per farlo, è chiaro che “non bastano i provvedimenti messi in atto finora dal Governo Monti”, come giustamente dite voi.
Per contrastare con efficacia “l’intento ideologico di far girare all’indietro la ruota della storia”, perseguito dalle forze conservatrici e dai poteri economici e finanziari, bisogna lavorare nella società, per l’affermazione di una diversa visione del mondo e della vita.
Questo impegno può esser esplicato in vari modi e sotto varie forme, indipendentemente dalla collocazione: importante è crederci!
E’ più che giusto, pertanto, che coloro i quali militano in un partito facciano sentire ai dirigenti la loro voce, con forza, smettendo di inghiottire passivamente bocconi amari e indigeribili.
Nel Mezzogiorno e in Irpinia serve, ancora più che altrove, un impegno deciso e costante di questo tipo. Non si può fare finta di non capire che il prezzo più grosso e insopportabile della crisi -pilotata dai poteri forti- cade proprio su queste terre.
E’ da questi territori, perciò, che bisogna far partire un forte movimento di lotta, nutrito di pensieri emancipativi e di crescita.
E’ giunto il momenti di smetterla di cincischiare e piangersi addosso: tutte le persone che hanno veramente a cuore il futuro di questa realtà territoriale, dovunque e comunque collocate, aprano un confronto serrato sui fatti concreti.
Energie ce ne sono tante: nella società, nei sindacati, nelle associazioni professionali e del volontariato, negli strumenti di informazione, negli stessi partiti.
Ebbene, tutte queste energie, di fronte ad episodi drammatici come quelli della Irisbus e di tante altre aziende in chiusura, di fronte allo sperpero e alla svalutazione delle nostre migliori risorse naturali e umane, di fronte alla vanificazione continua di tutti i progetti infrastrutturali, da anni propagandati, ecc, trovino un punto di incontro e confronto, per ottenere risultati veri e dare vita ad una nuova classe dirigente. Coraggio, compagni!