La crisi che affligge l’Italia, l’Europa e gran parte del
mondo occidentale non è figlia di una guerra, di un asteroide, di uno tsunami,
ma del capitalismo finanziario, del liberismo, del mercato senza regole. Questa
è ormai una verità inconfutabile!
Ogni nazione coinvolta in questo processo devastante,
naturalmente, ci ha messo del suo,
ad opera della sua classe dirigente.
Quello che è avvenuto in Italia è emblematico: al liberismo sfrenato, nel nostro
Paese, si è aggiunta la politica degli sprechi, della corruzione e
dell’indebitamento del CAF
(Craxi-Andreotti-Forlani), la politica degli interessi e affari
personali del berlusconismo, la politica “modernista” e dell’annebbiamento dei
valori sociali di buona parte della stessa Sinistra.
Così siamo giunti al tracollo economico, al più elevato
squilibrio tra Nord e Sud, alla più alta disuguaglianza, alla più
insopportabile disoccupazione, alla più preoccupante affermazione della
malavita organizzata, alla più sporca evasione fiscale e inosservanza delle
regole, al più spudorato calpestamento dei diritti, al sostanziale annullamento
della Carta costituzionale e dello Stato…
Ed ora, dopo che il Paese è finito nelle sabbie mobili della
recessione, ci tocca pure sentire, da parte degli artefici del disastro, che
l’alternativa alla politica finora seguita è il peggiore degli inferni, che nel
taglio della spesa sociale serve l’accetta e non il bisturi,
che la troppa solidarietà mette a rischio l’Europa, ecc.
A sentire quello che dicono Berlusconi, alcuni politici
conservatori europei ed alcuni giornalisti, alla Belpietro, c’è veramente da
rabbrividire.
Questi personaggi, non potendo più sostenere la tesi-solfa,
secondo la quale il liberismo, lasciando l’economia libera di correre a
perdifiato sul mercato, promuoverebbe crescita e porterebbe benefici per tutti,
ora cercano di far passare agli occhi degli elettori che dalla crisi si può
uscire solo tagliando il sociale e sopprimendo il valore del diritto al lavoro.
Temendo, inoltre, che la politica, a causa del grande
disagio sociale, possa riscattarsi dal servaggio e riacquistare il suo ruolo,
che fanno questi personaggi? Si scatenano contro la politica, la partecipazione
attiva, la casta, seminando sfiducia, qualunquismo e populismo, nell’intento di
mantenere il potere nelle mani degli incantatori di serpenti: aziendalisti,
tecnici o comici che siano.
Ecco come la crisi diventa una trappola, una gabbia, o, per
dirla con le parole delle nostre nonne, un “mastriello” per topi.
Bloccati in questa trappola, i lavoratori, gli impiegati, i
pensionati, i giovani … sono stati costretti ad ingoiare i bocconi amari ed
avvelenati, prima somministrati da Berlusconi, Tremonti, Sacconi, Gelmini, ecc
ed ora da Monti, Fornero, Passera, ecc.
Lo stesso Partito Democratico, che avrebbe potuto
agevolmente vincere le elezioni, dopo il disastro berlusconiano, è rinchiuso
nella trappola ed è costretto ad ingoiare e a far ingoiare agli Italiani
continui bocconi amari, autodistruggendosi, perché non può permettersi il “lusso” di scassare la
trappola, facendo cadere il governo, voluto dal Presidente Napolitano.
E così tutti i cittadini continuano a subire mazzate, perché
considerati “fannulloni”, “bamboccioni”, “super garantiti”, ed anche i politici
migliori passano per “marioli”, come tutti gli altri.
Cari Irpini, coraggio! Con il taglio di ospedali, tribunali,
uffici postali, guardie mediche, ecc, non saremo più costretti ad andare in
Africa per conoscere il deserto!
Vi sembra poco?