Il referendum è un istituto che perfeziona la democrazia parlamentare, in quanto consente al popolo di rivelare direttamente la propria volontà, che, a volte, viene ostacolata da interessi particolaristici dei governanti o da preclusioni ideologiche.
Per il solo fatto che la Repubblica italiana sia stata istituita da un referendum istituzionale, il 2 giugno 1946, dovremmo essere affezionati a questo strumento democratico.
Se poi valutassimo con assennatezza alcuni risultati dei pronunciamenti referendari, che si sono registrati nel corso degli ultimi decenni, a cominciare da quello del 1974, sul divorzio, non potremmo assolutamente sottovalutare l’importanza di questo strumento di democrazia diretta.
Certo, qualche riflessione ponderata sull’istituto referendario, per come è previsto dalle nostre leggi e per come, spesso, è stato usato, non sarebbe sbagliato farla, ma si tratterebbe di una cosa ben diversa dalle losche manovre, che la maggioranza di governo (?) sta mettendo in campo, per vanificare il pronunciamento popolare del prossimo 12 e 13 giugno, su temi di grande importanza, quali sono le centrali nucleari, la privatizzazione della gestione dell’acqua e il legittimo (?) impedimento per il premier, nei processi che lo riguardano.
Queste manovre sono veramente sporche e sconcertanti, non solo per gli obiettivi immediati, che stanno alla loro base e che riguardano gli interessi personali di Berlusconi, ma anche per il danno che possono fare all’istituto del referendum, nel caso non si riesca a raggiungere, ancora una volta, il quorum degli elettori, previsto dalla legge.
Il fatto grave, anzi gravissimo, è che a calpestare questo importante strumento di democrazia diretta sono proprio quei populisti di professione, che, continuamente e a sproposito, a difesa del loro mercanteggiamento di parlamentari e sostenitori, invocano il voto popolare che ha dato loro la maggioranza. Il voto popolare, dunque, quando fa comodo, viene invocato ed esaltato, a più non posso ed anche in maniera impropria e falsata, quando, invece, può dare fastidio, viene bistrattato e calpestato.
E così, prima ci è toccato assistere alla porcheria del non abbinamento del voto referendario con quello delle amministrative, con il conseguente dispendio di centinaia di milioni di euro ed ora ci tocca subire il trucco della finta modifica delle leggi riguardanti il nucleare e l’acqua, tendente a bloccare i rispettivi pronunciamenti referendari e rendere probabile il non raggiungimento del quorum nel referendum riguardante il legittimo impedimento, che è il vero obiettivo del berlusca.
Con gli uomini di governo, che scendono a questi livelli, siamo veramente nel letame!
A questo punto corre l’obbligo per tutte le persone di buon senso e amanti della democrazia di non cedere alla porcata in atto, ma di reagire con forza e determinazione, anzitutto per spiegare alle masse popolari lo stato delle cose e poi per convincerle ad andare a votare il 12 e 13 giugno, sia se rimarranno in piedi tutti i referendum programmati sia se dovesse rimanere solo quello del legittimo impedimento.
Bisogna bloccare l’attacco sporco e subdolo alla democrazia, nella consapevolezza che, senza un alt determinato a queste manovre, il processo politico, già devastante, potrebbe diventare non facilmente arrestabile.
La storia del ventennio fascista ce lo insegna.