La Commissione Europea ha inserito la ferrovia di alta capacità Napoli-Bari nella lista dei progetti prioritari, relativi alle grandi reti di trasporto.
Si tratta di una decisione di grande importanza, per le aree interne, per il Mezzogiorno, per l’intero Paese.
Se, poi, si prendono in considerazione anche le altre opere inserite nel piano ed i fondi europei, destinati alla loro realizzazione, non si può che esprimere un giudizio sinceramente positivo, soprattutto in considerazione del fatto che, da anni, il governo del nostro Paese si muove in ben altra direzione.
Pensiamo, per un attimo, “a tutte le altre faccende in cui appare affaccendato” il nostro presunto “Unto del Signore“e a tutte le sistematiche rapine fatte ai fondi FAS, destinati, in larga parte, al Mezzogiorno, per appagare gli appetiti leghisti!
Per i meridionali, apprendere, in questo quadro, che il piano UE prevede per l’Italia oltre 15 opere infrastrutturali, per circa 31,7 miliardi di euro, e che tra le opere, oltre alla ferrovia
NA-BA, vi sono anche i collegamenti ferroviari Napoli-Reggio Calabria e Messina-Palermo, non può che essere motivo di grande piacere e attenzione.
Non escludo che il mio giudizio positivo sulla vicenda possa anche dipendere
dal ricordo del lavoro svolto sul problema, durante la mia esperienza senatoriale, tuttavia credo che il fatto in sé meriti di essere preso oggettivamente in grande considerazione.
Mi auguro che, questa volta, tutta la classe dirigente, a cominciare da quella irpina, approfitti dell’occasione che viene offerta dalla Commissione Europea e non volti gli occhi in altra direzione, come avvenne nel 2003, allorché, in Senato, riuscii a far approvare, proprio su questo tema del raccordo ferroviario Campania-Puglia, un ordine del giorno, all’unanimità. Tentai pure, a seguito di quel risultato, di attivare sul territorio un’azione collettiva, in merito al problema, con il sostegno del Sen Paolo Brutti, capogruppo dei DS nella Commissione Trasporti, ma anche quella iniziativa rimase senza ascolto.
Oggi le cose devono andare diversamente! Bisogna rendersi conto che il potenziamento delle grandi infrastrutture nel Mezzogiorno, a cominciare dalla ferrovia di alta capacità NA-BA, potrà inserire efficacemente l’Italia nel corridoio Baltico-Adriatico, facendola diventare protagonista europea dei processi economici e commerciali.
Il Mezzogiorno potrà, in questo modo, diventare una risorsa per l’Italia e per l’Europa e cessare di essere un peso.
Una risposta forte e alternativa al leghismo bossiano, egoista e razzista, non può essere data né dalle ipocrite sceneggiate, alla Micciché, né da un ottuso leghismo meridionale, ma da una politica forte, nutrita di idee innovative, programmi concreti e comportamenti sani.
L’Europa e il Governo italiano devono fare la loro parte, sul terreno delle infrastrutture, dei servizi, della sicurezza, del lavoro e del superamento degli squilibri di base, ma i meridionali non possono rimanere passivamente in attesa.
La classe dirigente meridionale esca una volta per sempre dalla palude del clientelismo di tipo feudale e si ispiri all’azione dei nostri padri e nonni emigranti, allo spirito di sacrificio dei nostri vecchi contadini, braccianti ed operai, alla vivacità culturale ed operativa dei nostri giovani, all’intensità umana delle nostre mamme, sorelle e figlie.