“Con amarezza, sofferenza e dolore, dopo mesi di riflessione, sono
arrivato alla decisione di non
rinnovare l’iscrizione al PD. A questo partito, con molta probabilità,
continuerò a dare il mio voto, più per una scelta del meno peggio che per una
condivisione della sua linea politica e comportamentale. Confesso di sentirmi
molto a disagio nell’esprimere questo mio convincimento, ma non me la sento
proprio di continuare ad essere militante di un partito, che ormai si muove in
uno scenario completamente diverso, rispetto a quello genetico.
La scelta di stare politicamente a sinistra l’ho fatta da ragazzo e
quella di iscrivermi al PCI l’ho fatta da giovane, nell’era berlingueriana. Sono
stato segretario di sezione del PCI a Flumeri per vari anni. Dopo la svolta, sono stato ancora
segretario di sezione del PDS e membro della segreteria provinciale dei DS.,
cosa che ricordo con molto piacere. Sono stato, per nove anni, sindaco
dell’Ulivo, di provenienza DS e come sindaco sono andato anche con la fascia
tricolore a manifestare contro lo “scalone” maroniano per l’andata in pensione.
Per anni, a Flumeri, ho
contribuito in maniera determinante e con il coinvolgimento dell’intera
famiglia alla organizzazione della festa dell’Unità. In tutte le campagne
elettorali ho fatto tutto quello che bisognava fare, senza mai tirarmi
indietro.
Pur coltivando con convinzione tutti i valori e gli ideali tipici della
Sinistra ho sempre mantenuto un comportamento equilibrato, distante da ogni
posizione estremistica.
Anche quella odierna non è una scelta estremistica ma semplicemente una
presa d’atto di una posizione politica del partito che non riesco a digerire.
Il sostegno cieco del PD al governo Monti, che sta massacrando
lavoratori, pensionati, (altro che scalone) giovani, Mezzogiorno, ecc, senza
gettare minimamente le basi per una uscita dalla crisi, non mi convince per
niente.
Le lotte intestine all’interno del partito, a tutti i livelli, mi
disturbano profondamente.
Lo spiantamento dell’organizzazione del partito in tutto il territorio
e in tutti i luoghi di lavoro mi fa rabbrividire.
La sostanziale disattenzione di tutto il partito, al di là di qualche
sceneggiata mediatica, rispetto alla vicenda della Irisbus, che sta affliggendo
il nostro territorio, mi addolora profondamente.
Rispetto a questo processo negativo, molto lontano dalle idee, che
erano alla base della nascita del partito non intendo sentirmi
corresponsabile”.
Questo ragionamento, quasi alla lettera, è stato tenuto, dal
compagno Sinibaldo Di Paola, ex
sindaco di Flumeri, in un incontro amichevole, svolto al fresco di un albero,
davanti casa sua.
Confesso di essere rimasto molto colpito non tanto dalle
parole quanto dallo stato d’animo che ho colto in lui, nel corso dell’incontro.
Nel suo ragionamento c’era sofferenza ma anche convincimento e lucidità. Di
ragionamenti di questo tipo, oggi, se ne sentono tanti, ma sentirlo fare da una
persona “eccessivamente” moderata ed equilibrata come Sinibaldo è veramente
sconvolgente. Nell’ascoltarlo naturalmente non ho potuto fare a meno di
riandare con il pensiero ai turbamenti che, qualche anno fa, hanno tormentato
la mia testa e ai tanti sfoghi che da mesi mi tocca di sentire da parte di
tanti e tanti compagni.
Non posso fare a meno, pertanto, di domandarmi come mai nei vari
livelli della cosiddetta dirigenza del partito(?) non si colga questo stato d’animo così diffuso e
palpabile.
Che cosa si aspetta per voltare pagina? Dove si vuole
arrivare?Perché non si attiva una riflessione critica sullo stato delle cose? Sembra
dominare il vecchio detto: “non c’è sordo peggiore di chi non vuole
sentire”. Si sappia, però, che se
continua questo andazzo, tutto andrà a scatafascio!