Nel ringraziarti di tutto cuore per l’ospitalità che da alcuni anni, settimanalmente, hai offerto ai miei interventi sul Corriere, senza fare mai alcun rilievo, sento anche la responsabilità di domandarmi se le mie posizioni mentali, sempre più a “sinistra”, con accentuazioni anche un po’ “estremiste”, non creino qualche problema al giornale.
Leggo il tuo giornale dal momento della sua fondazione e so bene come sia posizionato e quanto sia schietto, ma conosco bene anche il suo senso della misura e il suo carattere equilibrato, perciò comincio ad avere qualche disagio nell’esternare certi miei convincimenti piuttosto esasperati e radicali.
E’ per questo che voglio esprimerti preventivamente tutta la mia comprensione, rispetto ad eventuali tue disapprovazioni, riguardanti i miei articoli.
A livello personale mi assumo tutte le responsabilità per quello che dico, ma è giusto che il giornale salvaguardi la sua identità, la sua collocazione, la sua storia.
Sentendomi più tranquillo, dopo questo messaggio, voglio manifestare tutta la mia disapprovazione, rispetto al processo politico, mentale e morale in corso, ad ogni livello.
A me sembra che la ruota della storia stia girando vorticosamente all’indietro, nella sostanziale incomprensione del fenomeno da parte di tutti o quasi tutti.
A livello mondiale il capitalismo finanziario e lobbistico sta creando sperequazioni insopportabili tra i popoli e le persone e sta distruggendo la stessa vita sul pianeta, ma sembra che ad accorgersene siano pochi.
A livello europeo la destra dominante sta distruggendo l’istituzione comunitaria, la moneta unica e ogni rapporto equitativo e solidale tra i paesi associati e quasi tutti fanno finta di non capirlo.
A livello nazionale, lo squilibrio tra le classi sociali e tra le aree territoriali sta aumentando a ritmi insopportabili, ma il sistema di potere appare solo intento a perseguire la strada, che ci ha portato in questa situazione, senza la minima intenzione di invertire la marcia.
A livello regionale e provinciale i processi economici e sociali sono sempre più in disfacimento, ma i rappresentanti istituzionali e di governo sembrano essere solo interessati a ripartirsi le poltrone.
No! Così proprio non va bene!
Non va bene per le masse popolari e soprattutto per i giovani, ma alla fine non andrà bene nemmeno per buona parte di quelli che ora credono di trarre benefici dal processo in corso.
La storia ci ha insegnato che l’imperversare delle crisi porta inevitabilmente a traumi devastanti.
In Italia la terrificante crisi della politica ci dice che ormai siamo alla vigilia del trauma.
Le forze politiche che si dichiarano contrarie a questo processo, sappiano che buona parte del consenso che ricevono è determinato solo dalla scelta del “meno peggio” da parte dei cittadini e non da una condivisione delle loro strategie.
Il governo Monti sta mettendo qualche pezza al vestito gualcito, ma non ne sta affatto approntando uno nuovo.
Bisogna voltare decisamente pagina!
Si taglino gli sprechi e le spese per gli armamenti inutili!
Si colpiscano i redditi malavitosi, i grandi patrimoni e l’evasione fiscale!
Si smetta di raschiare il solito barile dei lavoratori e pensionati!
Si persegua un nuovo modello di vita, per evitare la catastrofe e costruire una vera alternativa!