Il sistema economico e politico, negli ultimi tempi, sta costringendo, sempre di più, gli Irpini, ad andare all’indietro, come i gamberi.
I processi positivi, messi in moto, nei decenni scorsi, dai primi insediamenti industriali e dalla ricostruzione post-sismica, si stanno progressivamente interrompendo.
In questa fase, a turbare la vita del nostro territorio sono particolarmente le vicende della Irisbus, della Almec, della FMA e di tante altre aziende.
I problemi del mondo agricolo non occupano lo stesso spazio mediatico, ma non sono certamente meno drammatici.
Rispetto a questo scenario economico, tanto precario, soprattutto per i giovani, c’è poco da stare allegri!
A pagare le conseguenze della crisi del processo industriale non sono solo i lavoratori direttamente interessati, ma tutti i cittadini e tutti i settori della vita economica e civile.
Questo andamento territoriale negativo, inquadrato nella crisi generale, che sta attraversando l’intero Paese, dà un colpo mortale non solo alla qualità complessiva della vita, ma anche alla speranza di un futuro migliore.
In questo panorama, sinceramente, non può non colpire profondamente la reazione formale e insignificante di buona parte del sistema politico provinciale.
So perfettamente, per le varie esperienze politiche avute, che, in certi momenti, non è semplice fare scelte ben definite ed anche dirompenti, se necessario, ma mi sia consentito di manifestare tutto il mio sconcerto e sconforto, rispetto alle tante dichiarazioni fasulle e pubblicitarie, che, in queste settimane, siamo costretti ad ascoltare, rispetto a vicende drammatiche, da parte di esponenti politici assolutamente passivi ed inetti.
Per fermare il cammino a ritroso ed invertire il senso di marcia, il nostro territorio, come, del resto, tutto il Mezzogiorno, ha bisogno di una svolta radicale del sistema politico.
“Il toro bisogna afferrarlo per le corna” e non girarci inettamente attorno!
La politica ha il diritto-dovere di guidare e controllare i processi economici, che, pur privati e liberi, in base all’art. 41 della Costituzione, “non possono svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.
I rappresentanti istituzionali del nostro territorio, anziché sostenere le azioni devastatrici di questo dettato costituzionale, da parte dei loro plenipotenziari, facciano, una volta tanto, sentire il loro peso.
Ricordino e facciano ricordare che le aziende esistenti nel nostro territorio, a cominciare dalla Irisbus, sono state insediate e costruite, in larga parte, con risorse pubbliche, per cui è assolutamente inaccettabile che gli attuali padroni facciano il loro “porco comodo”, in danno non solo della nostra comunità, ma anche dell’intero Paese.
Ricordino e facciano ricordare che i nostri nonni e padri hanno dato tanto al Paese con i loro sacrifici di emigranti e le loro rimesse, mandate in patria, alle loro famiglie.
Ricordino e facciano ricordare che, ancora oggi, tanti Irpini e meridionali mettono a rischio la loro vita, nelle forze dell’ordine e nelle missioni militari all’estero.
Le risorse e le energie materiali ed umane del nostro territorio potrebbero contribuire a far uscire il Paese dalla crisi. I nostri rappresentanti politici lo facciano capire al supermiliardario Berlusca, ai leghisti e ai tanti nullafacenti, che ci governano. Facciano almeno questo!