Egregio Professore, Senatore, Presidente,
la sua “nomina” a capo del governo del Paese non mi ha entusiasmato, ma l’ho psicologicamente accettata, perché Ella, rispetto al berlusca, tutto sommato, mi appare politicamente digeribile, oltre che professionalmente ed eticamente encomiabile.
Mi trovo nello stesso stato d’animo quando, nel corso delle vicende politiche quotidiane, sono portato a raffrontare la statura “politica”, professionale ed umana dei suoi ministri con quella dei predecessori.
Il ricordo di personaggi come Bossi, Calderoli, Sacconi, Gelmini, Tremonti, Brunetta, ecc, mi rende accettabili e persino simpatici i vari Passera, Fornero, Catricalà, Profumo, Clini, Barca, ecc, nonostante non si stiano facendo provvedimenti tanto convincenti, per la risoluzione dei problemi che abbiamo.
Non nego, tuttavia, che, in questo atteggiamento, possa riconoscersi un pizzico di istintività ed anche di irrazionalità.
Tutto ciò premesso, però, pensandoci bene, non posso fare a meno di esternare tutto il mio disagio e disappunto, di fronte al percorso politico di sostanziale continuità, che l’attuale governo, su molte questioni, sta perseguendo, rispetto a quello precedente.
Certo, non siamo più costretti ad ingoiare quotidianamente leggi ad personam, a subire attacchi sconsiderati al sistema costituzionale, a sopportare vessazioni odiose contro il mondo del lavoro, il mezzogiorno, la giustizia, l’istruzione, l’etica civile, il buon senso, ecc, ma si stenta ad uscire dalla logica del liberismo sfrenato e senza regole e dal sistema depressivo dell’ultra finanza.
Ricorrendo ad una immagine culinaria, possiamo dire che nel ristorante è cambiato il personale, sono state sostituite le posate, si è istaurato un diverso rapporto con gli avventori, ma le pietanze non differiscono molto da quelle della passata gestione.
Di questo passo- rimanendo nell’immagine- difficilmente il “ristorante” si salverà!
Ciò che serve, per evitare il fallimento, è un drastico e radicale cambiamento!
Per capirlo non bisogna essere un avveniristico rivoluzionario, basta esaminare con un minimo di attenzione i dati che quotidianamente ci fanno conoscere le agenzie statistiche, i centri di analisi economica, nazionali e internazionali, le istituzioni addette al monitoraggio dei processi economici e sociali.
Nel corso degli ultimi anni, l’ingordigia del capitalismo finanziario e parassita ha determinato squilibri insostenibili nella distribuzione della ricchezza, ha messo in crisi il sistema produttivo, ha causato l’indebitamento pubblico e privato.
In altre parole, il passaggio dal capitalismo industriale a quello finanziario, ha introdotto nella società logiche autodistruttive,in perfetta rispondenza alle intuizioni marxiane.
Per tirarsi fuori da questa crisi non bastano i palliativi, ci vogliono riforme profonde, rivoluzionarie, tendenti a ridistribuire la ricchezza in maniera equa nella società e ad indirizzare le risorse finanziarie verso le attività produttive.
Si tratta di una spinta alla lotta di classe? Si tratta di una riscoperta dei principi robespierriani, marxiani, leninisti? Per quanto mi riguarda dico: Magari!
La realtà è che senza interventi di serio e radicale cambiamento, non potrà esserci salvezza né per il nostro Paese né per l?Europa.
Coraggio, Presidente Monti! Finora Ella ha opportunamente frenato l’indebitamento e ha ricostruito l’onorabilità dell’Italia in Europa. E’ giunta l’ora di fare scelte capaci di rilanciare la domanda e la redistribuzione! E’ giunta l’ora di colpire i magnati che ci hanno portato alla rovina!
Coraggio, Presidente Monti! Finora Ella ha opportunamente frenato l’indebitamento e ha ricostruito l’onorabilità dell’Italia in Europa. E’ giunta l’ora di fare scelte capaci di rilanciare la domanda e la redistribuzione! E’ giunta l’ora di colpire i magnati che ci hanno portato alla rovina!