Nessuno può negare la necessità di un profondo processo di
rinnovamento nel sistema politico italiano: la situazione, infatti, è così
degradata da mettere in serio pericolo la stessa tenuta democratica del Paese.
Ciò che non può essere accettato è il diluvio retorico
portato avanti, sul problema, dal notabilato, che guazza e prospera nel
sistema.
La strumentalità delle posizioni di questi personaggi è
evidenziata dall’assoluta mancanza di una visione chiaramente alternativa,
sotto l’aspetto politico, culturale e morale, rispetto al sistema imperante.
Le battaglie per il rinnovamento (?) della maggior parte di
questi notabili, nei fatti, non sono altro che sporche sgomitate per
l’occupazione delle poltrone ed hanno il sapore delle famigerate risse tra
vassalli, baroni, conti, marchesi, duchi, ecc, del vecchio feudalesimo.
In definitiva, più che la messa in discussione del sistema
di potere, della visione del mondo, del modo di vivere, dietro la retorica del
rinnovamento, nella maggior parte dei casi, si nasconde la lotta per la
carriera personale.
In questo quadro tutto fa brodo: il qualunquismo, il
populismo, lo scandalismo, il sentimento anticasta, la diffusione della
sfiducia, il delirio dell’onnipotenza, il senso dell’impunità, ecc, ecc.
A dominare, in questo processo, naturalmente, sono gli
strumenti di informazione asserviti, che esercitano, nella società e sulla
società, un ruolo manipolatore e sostanzialmente dittatoriale.
E così sono passati e continuano a passare per innovatori
personaggi, tipo Berlusconi, Grillo,
, Montezemolo, Passera, Renzi, Ichino, Calearo, Scilipoti, ecc.
Tutti sembrano aver dimenticato che la vera Politica non può
essere basata sul personalismo e sulle appariscenze, ma sugli ideali, sui
valori, sui progetti concreti.
A tutti sembra essere sfuggito che il fondamento essenziale
della buona Politica è la partecipazione e il coinvolgimento delle masse
popolari.
Se di rinnovamento, pertanto, si vuol parlare, non si può
partire dai notabili e dai singoli personaggi, imprenditori, tecnici, sindaci,
comici che siano, ma dalla massa dei cittadini.
Se di rinnovamento si vuol parlare non si deve perseguire la
distruzione delle grandi conquiste della storia, per ripristinare nella società,
in altre forme, il sistema di potere feudale.
In Italia e nel mondo intero esistono delle pietre miliari
di grandissimo valore, dalla Carta Costituzionale alla Dichiarazione Universale
dei Diritti umani, tanto per fare qualche esempio,
che non possono essere calpestate.
Nella storia dell’umanità esistono dei fondamenti culturali,
civili ed etici incancellabili, prodotti da grandi movimenti di pensiero, quali
il Rinascimento, l’Illuminismo, il Socialismo, la Resistenza, tanto per citarne
alcuni, che non possono essere scartati o messi in gattabuia.
Certo, ogni cosa, con il passare del tempo, può aver bisogno
di un aggiornamento, ma non è certamente con il trionfo del personalismo e del
notabilato che si possono adeguare alla realtà i grandi principi e le grandi
conquiste che hanno onorato la storia dell’essere umano.
La realtà odierna, per essere modificata, ha bisogno di un
grande processo rivoluzionario, capace di guardare al futuro e fare tesoro
delle conquista del passato, non certamente di sceneggiate mediatiche di
notabili, comici, tecnici o
rottamatori che siano, unicamente
interessati a trovare spazio nelle più ambite stanze del potere.