mercoledì 19 settembre 2012

IL RINNOVAMENTO DEI NOTABILI


Nessuno può negare la necessità di un profondo processo di rinnovamento nel sistema politico italiano: la situazione, infatti, è così degradata da mettere in serio pericolo la stessa tenuta democratica del Paese.
Ciò che non può essere accettato è il diluvio retorico portato avanti, sul problema, dal notabilato, che guazza e prospera nel sistema.
La strumentalità delle posizioni di questi personaggi è evidenziata dall’assoluta mancanza di una visione chiaramente alternativa, sotto l’aspetto politico, culturale e morale, rispetto al sistema imperante.
Le battaglie per il rinnovamento (?) della maggior parte di questi notabili, nei fatti, non sono altro che sporche sgomitate per l’occupazione delle poltrone ed hanno il sapore delle famigerate risse tra vassalli, baroni, conti, marchesi, duchi, ecc, del vecchio feudalesimo.
In definitiva, più che la messa in discussione del sistema di potere, della visione del mondo, del modo di vivere, dietro la retorica del rinnovamento, nella maggior parte dei casi, si nasconde la lotta per la carriera personale.
In questo quadro tutto fa brodo: il qualunquismo, il populismo, lo scandalismo, il sentimento anticasta, la diffusione della sfiducia, il delirio dell’onnipotenza, il senso dell’impunità, ecc, ecc.
A dominare, in questo processo, naturalmente, sono gli strumenti di informazione asserviti, che esercitano, nella società e sulla società, un ruolo manipolatore e sostanzialmente dittatoriale.
E così sono passati e continuano a passare per innovatori personaggi, tipo Berlusconi, Grillo,  , Montezemolo, Passera, Renzi, Ichino, Calearo, Scilipoti, ecc.
Tutti sembrano aver dimenticato che la vera Politica non può essere basata sul personalismo e sulle appariscenze, ma sugli ideali, sui valori, sui progetti concreti.
A tutti sembra essere sfuggito che il fondamento essenziale della buona Politica è la partecipazione e il coinvolgimento delle masse popolari.
Se di rinnovamento, pertanto, si vuol parlare, non si può partire dai notabili e dai singoli personaggi, imprenditori, tecnici, sindaci, comici che siano, ma dalla massa dei cittadini.
Se di rinnovamento si vuol parlare non si deve perseguire la distruzione delle grandi conquiste della storia, per ripristinare nella società, in altre forme, il sistema di potere feudale.
In Italia e nel mondo intero esistono delle pietre miliari di grandissimo valore, dalla Carta Costituzionale alla Dichiarazione Universale dei Diritti umani, tanto per fare qualche esempio,
che non possono essere calpestate.
Nella storia dell’umanità esistono dei fondamenti culturali, civili ed etici incancellabili, prodotti da grandi movimenti di pensiero, quali il Rinascimento, l’Illuminismo, il Socialismo, la Resistenza, tanto per citarne alcuni, che non possono essere scartati o messi in gattabuia.
Certo, ogni cosa, con il passare del tempo, può aver bisogno di un aggiornamento, ma non è certamente con il trionfo del personalismo e del notabilato che si possono adeguare alla realtà i grandi principi e le grandi conquiste che hanno onorato la storia dell’essere umano.
La realtà odierna, per essere modificata, ha bisogno di un grande processo rivoluzionario, capace di guardare al futuro e fare tesoro delle conquista del passato, non certamente di sceneggiate mediatiche di notabili,  comici, tecnici o rottamatori  che siano, unicamente interessati a trovare spazio nelle più ambite stanze del potere.

LA STORIA CI CONDANNERA’


Gli ultimi venti anni dell’Europa e dell’Italia, a cavallo del XX e XXI secolo, certamente non passeranno alla storia come una fase positiva ed apprezzabile. Quello che si sta combinando,   è veramente disastroso. La cosa più deprimente è che nel giudizio negativo non cadranno solo gli artefici diretti del disastro, ma anche la stragrande maggioranza della popolazione, che sta subendo passivamente il processo in atto.
Chi è cosciente di questo fatto non può stare più a guardare, senza far niente, in uno stato d’animo indifferente e apatico. Questo lo dico a me stesso e a tutti coloro che, in preda ad un senso di impotenza, si sono chiusi in se stessi, lasciando ai manigoldi di ogni tipo di fare il proprio comodo.
Se le cose non cambieranno presto, in maniera drastica, l’Europa di questi anni passerà alla storia non come la comunità che ha costruito,  ma come quella che ha distrutto la grande idea dell’Unità e l’Italia sarà ricordata come la terra che ha mortificato le grandi conquiste del Rinascimento, del Risorgimento, della Resistenza, della prima Repubblica.
E’ vero che nella storia ci possono essere  “corsi e ricorsi”, ma è altrettanto vero che la stessa storia ci ha fornito tutti gli insegnamenti e gli strumenti, per contrastare questo andamento.
Se i nostri migliori antenati, nonni e padri sono stati capaci di uscire dal colonialismo, dall’imperialismo e dal nazi-fascismo, non è accettabile che nella comunità attuale non si trovino le energie per prendere a calci nel sedere gli speculatori finanziari, i manovratori delle borse, gli ultraliberisti del mercato, gli istrioni caligoliani, che sperperano milioni e milioni di euro all’anno per palpeggiare le chiappe di qualche ragazza, i professori asserviti al potere bancario, che sanno mettere le mani solo nelle tasche di lavoratori e pensionati, i pagliacci milionari, che seminano artatamente sfiducia e qualunquismo nella società, ecc,ecc.
Come si fa, in Italia,  ad accettare passivamente che l’1  per cento dei nababbi, composto da una ristretta cerchia di 2.400 famiglie, possegga patrimoni per 1290 miliardi di euro, corrispondenti al 15 per cento dell’intera ricchezza nazionale e che il 10 per cento più benestante delle famiglie italiane ne possegga quasi il 50 per cento?
Come si può accettare che il nostro Paese, all’interno dell’area Ocse, sia al terzo posto nella classifica della diseguaglianza?
Come si fa a non rabbrividire di fronte  ad una evasione fiscale  di circa 150 milioni di euro all’anno ?
Che dire della pressione fiscale  del 42,6 %  sui redditi di lavoratori dipendenti e pensionati,  a fronte della risibile percentuale del 5,9 % di entrate fiscali provenienti da imposte sul patrimonio?
Che dire delle disoccupazione giovanile e delle condizioni del Sud del Paese?
Continuare nella rassegna di queste rivoltanti storture e porcherie diventa deprimente, per cui è meglio soprassedere.
A questo punto sorge spontanea una domanda: Cari compagni del PD  ( perdonatemi se sto commettendo il reato di rivolgermi  a voi ancora con l’appellativo compagno)  come fate  a sopportare o addirittura ad avallare un processo così devastante per la storia vostra e del nostro Paese e per la stessa democrazia?
Non ritenete che sia giunto il momento di far “resuscitare” Robespierre, Lenin, Che Guevara, ecc, ecc?