La costituzione del Ministero della Coesione Territoriale, nel governo Monti, è un segnale di notevole importanza, che non va sottovalutato.
Una delega con questa dicitura esisteva già nel governo Berlusconi, affidata al ministro Fitto,, ma nessuno se ne è mai accorto, perché, in quel governo, la politica dello squilibrio territoriale, coperta dalla retorica del federalismo, l’ha fatta da padrona.
Non è un caso che l’ex ministro leghista, Calderoli, proprio rispetto alla costituzione di questo Ministero, abbia immediatamente “sparato” parole velenose: ”siamo alla notte fonda, sono felice di votare contro la fiducia”.
Non credo che queste parole, a cui, dopo l’intervento, in aula, del Presidente del Consiglio, ne sono seguite altre, altrettanto pesanti, debbano suscitare molta meraviglia; dai leghisti, soprattutto ora che hanno scelto di eccitare il proprio elettorato, dall’opposizione, bisogna aspettarsi di tutto e di più.
Quello che i cittadini italiani, a cominciare dai meridionali, devono cogliere è il messaggio politico insito nella scelta di avere, a 150 anni dall’unità del Paese, un Ministero di questo tipo.
Dopo tanti errori, fallimenti e prevaricazioni, nei confronti del Mezzogiorno, la costituzione di questo Ministero può esser un’occasione importante per il futuro del Paese!
Altro che la tremontiana banca del Sud !
Non è il caso, comunque, di farsi molte illusioni, perché siamo in un periodo di crisi profonda e perché il governo Monti sarà costretto a vivere quotidianamente sotto la spada di Damocle berlusconiana, ma sarebbe sbagliato non fare ogni sforzo, per avviare un nuovo corso nella politica, in direzione di un processo di coesione territoriale.
Il Sud ha dato tanto al Paese, nelle guerre e nelle fasi migratorie, e continua a farlo nelle attuali missioni di pace, nei servizi di sicurezza, nel mondo del lavoro, ecc, perciò va messo, una buona volta e per sempre, sullo stesso piano della altre regioni d’Italia.
Bisogna certamente estirpare nel Mezzogiorno la “mala pianta” della gestione clientelare del potere, il pigro attendismo, lo spirito rinunciatario, che hanno fatto sempre tanto comodo ai poteri dominanti, ma, ad un tempo, bisogna anche contrastare con vigore e decisione ogni forma di politica divisoria e prevaricante.
L’impegno nazionale del nuovo governo dovrebbe, innanzitutto, essere volto a:
L’impegno nazionale del nuovo governo dovrebbe, innanzitutto, essere volto a:
- recuperare i fondi FAS, che il governo Berlusconi, a trazione leghista, ha sottratto alle aree sottosviluppate del Sud, per soddisfare le pretese elettoralistiche bossiane;
- mettere a disposizione la quota di risorse finanziarie nazionali, per utilizzare tutti i fondi europei, che finora sono andati perduti proprio per la scelta scellerata del nostro governo di non fare la sua parte;
-riequilibrare in maniera rigorosa la ripartizione dei fondi nazionali, per al realizzazione di opere pubbliche, infrastrutture e servizi.
C’è tanto altro da fare per attivare un processo di coesione territoriale, ma si comincino a fare almeno le cose indispensabili.
Se il governo tecnico che si è costruito desse avvio ad un processo di questo tipo si classificherebbe come il governo più politico ed equo della storia italiana.
Non è facile immaginare una cosa di questo tipo, ma la creazione di un Ministero di Coesione Territoriale e l’uso della parola coesione, utilizzata da più ministri, suscitano qualche speranza.