Nelle antiche famiglie rigidamente patriarcali, la vita dei figliastri era molto triste. Oggi, grazie all’evoluzione culturale e dei costumi, questa brutta situazione, a livello familiare, è stata largamente superata.
Non si può dire, però, che si sia verificato un identico processo evolutivo nel campo del potere politico. Anzi! Il fatto è ancora più grave, in quanto la presenza di figli e figliastri, nel campo politico, in genere, è solo figurativa e non genetica, per cui è impossibile invocare il vincolo di sangue, a giustificazione del comportamento fazioso ed ingiusto. Il caso del “trota”, diventato consigliere regionale solo perché figlio di Bossi, costituisce il solito “cacio sui maccheroni”, che ha stimolato qualche appetito anche da noi, ma si tratta fortunatamente ancora di casi isolati. La divisione tra figli e figliastri, determinata dal sistema di potere berlusconiano e bossiano, va ben al di là di queste patetiche vicende familiari.
Di “figliastri”, in Italia, sempre metaforicamente parlando, ormai ce ne sono a milioni: i meridionali, i precari, i lavoratori, gli studenti, i pensionati, le donne, ecc, ecc.
Si tratta di persone, che non solo non si vedono riconosciuti i dovuti diritti, ma che spesso vengono anche apostrofate con epiteti calunniosi e ingiuriosi: “fannulloni”, “parte peggiore del Paese”, ecc.
Ad essere trattati come figli, con riguardo e solerzia, da questo sistema di potere ormai sono essenzialmente i piduisti, i p3-isti, i p4-isti, i faccendieri, i lobbisti, gli evasori fiscali, i grandi manager, i grandi finanzieri…
Non è escluso che qualche “figliastro” possa accedere a qualche stanza del potere, ma deve dare prova di collaudata cortigianeria e assoluto servilismo.
E così, per questo motivo, dalle nostre parti, siamo pure costretti ad assistere ai quotidiani giochetti di questi insignificanti personaggi, che, dopo aver avallato, senza battere ciglio, tutte le porcherie dei despoti nordisti, contro il Mezzogiorno, dopo aver leccato il sedere di Silvio e Umberto, senza smetterlo di farlo, pretendono pure di agitare strumentalmente e vigliaccamente qualche sigla sudista. Che pena!
Tutti i cittadini che si sentono figli di questo Paese, indipendentemente dal trattamento che viene loro riservato dai gestori del potere, non possono rimanere inerti, rispetto alle porcherie; devono reagire con forza e determinazione, come hanno fatto nelle ultime elezioni amministrative e nel voto referendario.
Dobbiamo sapere che i vari berluscones, a cominciare dal capo, non hanno nessuna intenzione di fare un passo indietro, per cui risulta assolutamente inutile ogni richiesta di dimissioni, rivolta a siffatti personaggi. Bisogna, una buona volta, rendersi conto che si tratta di individui che non hanno assolutamente il senso della democrazia.
Per ribaltare la situazione bisogna lavorare tenacemente e con chiarezza ideale, morale e programmatica nella società, tra tutte le persone che sono trattate come i figliastri di una volta. La storia ci ha insegnato che la presa di coscienza dei propri diritti non è facile, perché i detentori del potere dispotici, come quelli che teniamo oggi, sono disposti a ricorre a tutte le strategie, anche a quelle più sporche, per manipolare la realtà e non mollare.