lunedì 14 gennaio 2013

QUALE TERZA REPUBBLICA ?


Che l’Italia abbia un grande bisogno di uscire dalla cosiddetta Seconda Repubblica, cioè dalla pestifera palude berlusconiana, è un fatto inconfutabile: ne sono convinti buona parte degli Italiani, ma anche politici, economisti, giornalisti e semplici cittadini stranieri.
Lo stesso Berlusca, in privato e nella sostanza, sembra essere consapevole dello stato delle cose altrimenti non avrebbe fatto al presidente Monti, dopo avergli tolto la fiducia in Parlamento, lo scenico ed istrionico invito, a candidarsi come “federatore dei moderati” .
Quello che colpisce, però, è il fatto che buona parte dei coniatori del cartello pubblicitario, relativo alla III Repubblica, si astengono da ogni analisi critica del processo politico degli ultimi venti anni e non fanno alcuna proposta seria e concreta sulle caratteristiche che dovrebbe avere la nuova Repubblica.
Rispetto a questo aspetto politico sorge naturale il dubbio che la proposta di questi signori sia nient’altro che una capriola trasformista, tesa semplicemente a salvaguardare interessi di parte e a riciclare i soliti notabili, e non una strategia seria di cambiamento.
L’appartenenza della maggior parte di questi signori, negli ultimi venti anni, all’orbita berlusconiana la dice lunga e rende legittimo ogni sospetto.
In definitiva sembra ripetersi, in maniera aggiornata, tutto quello che fu messo in atto, nei primi anni novanta del Novecento, dopo la vicenda di “Mani Pulite”, da molti dei peggiori arnesi della Prima Repubblica.
Lo stesso Berlusconi era un novellino? No!  Tutti sanno che la sua fortuna economica deriva da Craxi e dal governo del CAF (Craxi-Andretti-Forlani).
 O dobbiamo far finta di ignorare che nella berlusconiana Forza Italia si riciclò buona parte degli ex DC, ex PSI, ecc?
Tutte le manovre che vengono messe in atto,  in questi giorni, all’interno del PDL, del centrodestra e di tante associazioni e invenzioni centriste, richiamano alla mente, purtroppo,  quello che avvenne nei primi anni novanta.
A dominare, ancora una volta, sono il trasformismo e il riciclaggio!
Ma come è possibile che si verifichi un fenomeno del genere? Le lezioni del passato non servono a niente?
Di fronte alle sceneggiate e giravolte berlusconiane, alle “cacciate” di Montezemolo, Samorì, ecc, è doveroso porsi queste domande.
A mio pare tutto questo avviene solo perché la politica, in Italia, ha perso ogni fondamento ideologico, valoriale e morale ed è stata trasformata in spietata gestione del potere.
Siamo tornati, in poche parole, al notabilato semi-feudale, non più sostenuto tanto dal potere militare quanto dagli strumenti di informazione padronali o asserviti.
In questo stato di cose il futuro del Paese e dello stesso sistema democratico è in pericolo!
Per cambiare questo triste scenario non basta un’alternativa, basata solo su una gestione più sana e pulita del potere e su proposte di semplice aggiustamento del rapporto tra istituzioni e cittadini.
Serve anzitutto una rivoluzione culturale, ideologica ed anche materiale, capace di prospettare una diversa visione del mondo e della vita.
Caro Centrosinistra, se continui a basare la tua strategia sulla gestione del potere, affidandoti essenzialmente ad amministratori, nella guida politica e nelle candidature, ti voteremo, ma saremo costretti a farlo, ancora una volta, per evitare il peggio.

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