Fra un paio di mesi gli Italiani saranno chiamati al voto,
per rinnovare il Parlamento e scegliere da chi vorranno essere governati.
Teoricamente saranno liberi di fare la loro scelta, ma, in sostanza, saranno
pesantemente condizionati dalla plutocrazia italiana e mondiale, dalle agenzie
di rating, dai poteri forti europei, dagli strumenti di informazione asserviti,
ecc.
In altre parole, gli artefici della crisi economica e
politica useranno tutte gli strumenti, per impedire il cambiamento e non
perdere il potere accumulato.
Quello che sta succedendo in questi ultimi giorni, dalle
giravolte berlusconiane, alle manovre montezemoliane, alle ingerenze di sapore
coloniale del Partito Popolare europeo, attesta una situazione di grave
pericolo per l’autonomia e la vita democratica del nostro Paese.
In forme diverse, sembra che si sia tornato in un clima di
“guerra fredda” e che sia stata riattivata la vecchia “conventio ad escludendum”
nei confronti della Sinistra, nonostante questa parte politica – diciamocelo
chiaramente - non abbia
risparmiato nessuno sforzo per annacquarsi.
Si possono capire tutte le preoccupazioni dell’Europa per le
difficoltà del nostro Paese, ma non sono assolutamente accettabili le
interferenze e le ingerenze sulle scelte politiche ed elettorali degli
Italiani. All’interno della loro formazione politica, i popolari europei
facciano tutto quello che ritengono opportuno, ma non pretendano di imporre
all’Italia un premier che va bene a loro, prevaricando le nostre scelte.
Queste cose avvengono perché la politica ha perduto i suoi
connotati ideali, valoriali e culturali ed è diventato solo uno strumento di
potere.
Tutti coloro che hanno inneggiato al crollo delle ideologie
farebbero bene oggi, soprattutto rispetto a quello che sta avvenendo in Italia,
a riflettere, in maniera seria e critica, sulle posizioni sostenute.
La Politica, se non
è nutrita di ideali, valori e strategie serie non stimola la partecipazione
delle masse e diventa solo uno strumento di potere nella mani dei notabili,
degli opportunisti, degli avventurieri. Altro che pragmatismo! E’ solo cura di
interessi particolaristici!
In vista delle prossime elezioni politiche, nel corso della
campagna elettorale, nel clima che si è creato nel nostro Paese, con molta
probabilità, saranno messi in campo una infinità di altri semi infestanti. C’è da augurarsi solo che non
manchino forze politiche e persone, capaci di sottrarsi ad ogni bufera
inquinante e di farsi riconoscere come energie alternative non solo nelle
proposte ma anche nei comportamenti.
I personaggi alla Berlusconi o alla Grillo si battono non
inseguendoli, ma ridicolizzandoli e soprattutto contrapponendo alle loro
sceneggiate un mondo diverso, più umano, più solidale, più equo.
La Banca d’Italia, qualche ora fa, ha diffuso, ancora una
volta, i dati delle insopportabili diseguaglianze, determinate nel nostro
Paese, dalla politica sciagurata che ci ha dominato negli ultimi anni.
A questo andazzo bisogna reagire con tutti i mezzi
possibili.
Non è accettabile che la maggior parte della ricchezza
continui a stare nelle mani
del 10% della popolazione; non è sopportabile che si taglino continuamente
servizi, salari e pensioni
alla povera gente
e si paghino stipendi e buonuscite stratosferiche a manager e dirigenti,
non
è digeribile che si chiudano ospedali, tribunali, uffici
postali, scuole, ecc,e non si tagli un euro alle inutili spese militari, ecc,
ecc.
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