La campagna elettorale per le prossime elezioni politiche è
stata messa su una strada sbagliata, quella dello spettacolo istrionico e
pubblicitario. Altro che cabaret !
L’accensione del televisore e l’uso del telecomando, per chi
è dotato di un minimo di sensibilità intellettiva, sta diventando un incubo: lo
schermo è praticamente invaso da istrioni, giocolieri e agenti pubblicitari, in
veste di politici.
Se si continuerà a procedere con questo passo e su questa
strada la politica subirà una ulteriore perdita di credibilità: le poche e
sparute proposte, degne di una certa
attenzione, fatte da qualche dirigente politico, finiscono quasi sempre
nel calderone generale delle chiacchiere a vuoto, nella palude delle bugie, nel
teatro delle fanfaronate, nel magma dei calcoli di potere.
Lo so che in un clima di questo tipo non è facile
distinguersi anche per le persone meglio intenzionate e più serie, perché a
dominare, su tutto, è la pressione dei giornalisti e dei sondaggi, ma tutti i
politici dovrebbero anche sapere che, se non si esce dalla strettoia degli
interessi contingenti e delle recite strumentali, non è facile costruire un
percorso di risanamento della mentalità corrente e della vita civile e democratica
del Paese.
La realtà è triste in tutto il mondo occidentale, in Europa,
in Italia e segnatamente nel Mezzogiorno.
Il sistema economico, imposto dal capitalismo finanziario,
si trova in uno stato di crisi senza precedenti.
Le divaricazioni sociali e territoriali, all’interno del
nostro Paese, hanno raggiunto limiti insopportabili.
Il rispetto della legalità e dell’etica civile, in tutto il
sistema di potere, è diventato un sogno di pochi.
Il lavoro per le giovani generazioni è diventata un’araba
fenice.
Ecco, una campagna elettorale seria dovrebbe essere
incentrata tutta su questi nodi cruciali.
E’ comprensibile che gli artefici del disastro, a cominciare
dal Berlusca, abbiano tutto l’interesse a spostare l’attenzione degli elettori
in altra direzione, ma le forze politiche che vogliono realmente il cambiamento
non possono lasciarsi irretire da questa manovra capziosa.
Tutti i cittadini, inoltre, devono rendersi conto che la
malattia del Paese è tanto grave, per cui non bastano né palliativi né ricette inventate a caso.
Per rimettere in sesto l’organismo del Paese occorre
riattivare anzitutto il sistema produttivo e rimettere in moto il lavoro.
E’ chiaro che una “medicina” di questo tipo ha bisogno di
molte risorse, ma non è impossibile trovarle, se si combattono seriamente gli
sprechi e si colpiscono i frodatori miliardari.
Non si tratta di mettere in moto una strategia del terrore,
ma semplicemente di orientare le risorse verso il sistema produttivo, sottraendole al profitto
sporco, speculativo e malavitoso.
Manca meno di un mese per le elezioni. Le forze politiche e
i candidati che vogliono dare un contributo reale al cambiamento del Paese, su questo terreno devono misurarsi
e confrontarsi, smettendo di inseguire
i giocolieri e gli istrioni.
Gli stessi candidati del nostro territorio, soprattutto quelli collocati
nei posti privilegiati, se vogliono dare un contributo vero alla rinascita,
contro la desertificazione in atto, si sottraggano alla spettacolarizzazione e
si misurino in un confronto serio sui problemi reali delle persone.
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